Uomo politico sovietico. Già dirigente di primo piano
della Repubblica Finno-Carelia, poi annessa all'Unione Sovietica, fu tra il 1935
e il 1957 prima consigliere all'ambasciata sovietica, poi ambasciatore a
Budapest. Rientrato in patria, fece parte per vari anni di una commissione del
PCUS delegata allo studio dei rapporti con i partiti fratelli. Nel 1967 venne
eletto presidente della polizia segreta (KGB) e nel 1973 divenne membro
candidato del Politburo. Riconfermato presidente del KGB nel 1974, assunse nel
1976 il grado di generale dell'esercito dal Praesidium del Soviet Supremo. Nel
novembre del 1982, alla morte di Leonid Brežnev, fu eletto dal Comitato
centrale del PCUS segretario generale del partito, entrando contemporaneamente a
far parte del Praesidium. Dal giugno del 1983 ricoprì contemporaneamente
la carica di segretario del partito e quella di presidente del Praesidium del
Soviet Supremo. Sul piano interno la gestione politica di
A. si
caratterizzò per la richiesta di una maggiore disciplina e
produttività e di una più rigorosa politica salariale; inoltre
A. cercò di avviare il rinnovamento dei quadri dirigenti
sostituendone un quinto dei componenti con nuove forze. Sul piano internazionale
A. lasciò che i rapporti con l'Occidente continuassero a
deteriorarsi; infatti, l'uomo politico sovietico interruppe le trattative di
Ginevra con gli Stati Uniti sulle armi nucleari (Nagutskaija, Stavropol' 1914 -
Mosca 1984).